Grande successo per la proiezione di "Nessun uomo è un'isola" a Modica

di Sara Ongaro (Quetzal)

Al cortile Quetzal (Modica), sabato 11 maggio 2019

Davvero inatteso il successo di pubblico riscosso dalla proiezione di “Nessun uomo è un’isola”, il documentario sulle economie collettive dell’Europa di oggi, tanto che ci impone di riprogrammare un’altra serata questa settimana.

La Coop Quetzal è socia da 5 anni del Consorzio Le Galline Felici (36 soci nella Sicilia orientale, prevalentemente produttori di agrumi) e ha promosso questa proiezione nella giornata mondiale del commercio equo e solidale a sottolineare come consideri queste esperienze “nostrane” totalmente in linea con l’esperienza quarantennale del commercio equo. Essa riguarda prevalentemente i disequilibri economici nelle relazioni fra Nord e Sud del mondo e la ricostruzione di legami sociali dove colonialismo, guerre, condizioni di vita disumane li hanno per secoli annientati per asservire interi continenti alle esigenze dai nostri ricchi Paesi, dei nostri stili di vita, sostenuti e aiutati dalle Borse, WTO, ecc ecc.

Oggi questo sistema economico finalmente fa vedere anche a noi i frutti perversi e amari del suo funzionamento: dall’inquinamento ai cambiamenti climatici, dalla disgregazione sociale e territoriale, alla disumanizzazione (avanzata delle destre e distruzione sistematica del welfare state). E ricolloca le scelte dei singoli, la scelta dello stile di vita al centro: sta a noi decidere quale caffè, quale zucchero, quali vestiti….

Alla proiezione sono stati presenti, oltre a una cinquantina di partecipanti e agli ospiti Quetzal,  Vincenzo Vacante, Vincenzo Moscuzza, Peppe Adernò, la sorella e il cognato di Cesare Melfa, Filippo di Terra Matta: una buona fetta del Consorzio insomma!!

Il regista Dominique Marchais, come ha bene spiegato Vincenzo Moscuzza, ha voluto proporre un manifesto politico piuttosto che una carrellata di belle e rincuoranti esperienze alternative, mostrando varie esperienze di partecipazione dal basso: nascono quasi sempre da territori marginali, spesso proprio residuali, con grandi problemi di abbandono e anche di degrado.

Che nascano da contadini che si auto-organizzano o da municipalità sensibili e responsabili (come in Svizzera e in Austria) comunque sono gente che si mette insieme, che costruisce il futuro sulle proprie relazioni, legando autoctoni e migranti, gente che produce e gente che consuma.

Sembra incurante nel mettere sullo schermo le varie esperienze senza un equilibrio (45 minuti dedicati alla Sicilia e solo una quindicina alla Svizzera e all’Austria), nel mostrare anche le contradizioni e le brutture del territorio (dall’incombente aeroporto, all’autostrada, alle discariche in lontananza, ai capannoni della logistica che mangiano i campi): il punto è che, nonostante tutto, anzi proprio in mezzo a tutto quello, c’è vita e c’è un’alternativa che avanza o che resiste!

Lì si fa economia diversa, si pensa e si agisce controverso.