Possiamo SEMPRE fare qualcosa

Il Piccione di maggio

Possiamo SEMPRE fare qualcosa - Giovanni Falcone

C’è bisogno di una rivoluzione culturale. Ma di quella vera, una Rivoluzione che inneschi quel meccanismo di contaminazione e di imitazione attraverso il quale le azioni di alcuni (pochi? molti? evidentemente non ancora abbastanza…) diventino stimolo ed esempio per la collettività, e non come spesso accade vana resistenza.

Perché si rischia di stancarsi, viene voglia di mollare e di buttare tutto per aria. Perché le costanti e continue cure, per rendere reale una visione di “bellezza” rischiano di essere vanificate da azioni scellerate di alcuni, generate proprio da quella mancanza di Cultura soppiantata da bramosie, egocentrismi o semplicemente incapacità di vedere un mondo migliore.

Oggi più che mai mi viene forte usare queste parole, ma “siamo in guerra”, e non trovo un modo più adatto per descrivere quello che sta succedendo in Sicilia. 


Demetriodigrado - Make. Per ARCI sezione di San Michele di Ganzaria

È la guerra dei Briganti di Librino, che combattono la mafia e la criminalità di uno dei quartieri più degradati di Catania con lo sport e con l’educazione al rispetto e alla condivisione, sottraendo di fatto bassa manovalanza allo spaccio, ai furti e ad altre forme di criminalità da strada. Due anni fa la club house è stata incendiata. E i Briganti sono rinati, grazie al grandissimo contributo ed alla solidarietà mostrata dalla società civile e dalle centinaia di volontari che hanno ripulito le macerie, donato e ricostruito. Nel giro di poche settimane era 100 volte più bella di prima, si scherzava “A saperlo la facevamo bruciare prima!..”, e la paura era passata. Oggi nel giro di poche settimane i Briganti hanno subito prima un furto, poi l’incendio del pulmino. Perchè a Librino devono esistere solo paura e rassegnazione.

È la guerra delle migliaia di contadini, di associazioni e di singoli cittadini che ogni anno organizzano eventi per ricostruire boschi ed aree degradate
, ed ai quali ogni anno gli occhi si gonfiano di lacrime per la rabbia e per il fumo degli ormai quotidiani incendi che stanno letteralmente desertificando i pochi relitti di boschi mediterranei siciliani. Ancora siamo all’inizio dell’estate, e già l’elenco è lungo, ve lo risparmio.

È anche la guerra dove “i teatri non sono fondamentali, i Megastore si!”
, dove la crisi economica giustifica i continui soprusi al mondo contadino, e i supermercati si fanno vanto, con titoloni a caratteri cubitali, di prodotti SOTTOCOSTO…come se fosse una cosa giusta, un regalo.

In questo clima di desolazione viene voglia di mandare tutto all’aria, prendersi cura solo di sé e del proprio orticello e lasciare che tutto si disgreghi, si perda, perché non sembra esserci una ragione per continuare.

Tuttavia, con la testardaggine tipica dei Siciliani e con il coraggio di chi è disposto a creparci per non lasciare casa propria in mano agli sciacalli, piccoli gruppi di folli visionari continuano per la loro strada, imperterriti.
 Si incontrano, si supportano a vicenda, costruiscono reti sempre più fitte e resistenti.

E dopo mesi (anni?) di tentativi, di divulgazione e di momenti di inclusione nasce un portale, 
Sicilia che cambia, che racconta e collega tutti questi baluardi di bellezza sparsi per la nostra regione, dà loro voce e importanza, e li fa sentire meno soli. E questo anche grazie al vostro sostegno, che attraverso la “rinuncia agli sconti” ci ha permesso di recuperare una cifra importante per l’avvio del progetto.

Dopo anni di lavoro e impegno nasce 
Ficos, la Filiera Corta Siciliana che vuole riportare la gente a comprare dai contadini, da chi produce cibo sano e nel rispetto del territorio e di chi lo abita, che vuole recuperare e re-insegnare il Vero Valore del Cibo. I contadini siciliani si mettono insieme, abbandonano il modello della “competizione” e della lotta al prezzo più basso e si siedono a un tavolo (tanti negli ultimi anni) per riprendersi la dignità a loro sottratta dalla GDO. E non si limitano a questo, ma pretendono che a quel tavolo ci siano anche i consumatori, per dire la loro, per avvicinarsi alla produzione e comprenderne a fondo le dinamiche, perchè Nutrirsi non è solo mangiare.

Cittadini illuminati dedicano ore e ore del proprio tempo per fare nascere “un incubatore di idee e sviluppare imprenditorialità sostenibile nel territorio degli Iblei”: 
LAPIS, dove, sostenendo la costituzione di 4 borse di studio, i cittadini possono diventare parte attiva del progetto. 

Nascono orti urbani, la street art si infiltra tra le fessure dei piccoli borghi, dei paesini sperduti della Sicilia. I ragazzi di 
“plastic free” nel mio paesino organizzano un evento nel bosco dove radunano 500 volontari e raccolgono 15 tonnellate di rifiuti. Sono sempre di più i gruppi di volontari che vanno in giro a ricostruire foreste.

E anche questa volta
 i Briganti si sono rialzati, compatti nella ruck, e avanzano.

Perché? Qual è lo stimolo che spinge queste persone a convincersi che “farsi i cavoli propri” nella realtà sia proprio questo “operare insieme”? Che li fa vivere convinti che il più grande errore che si possa commettere sia pensarci come “individui” isolati, e che il bene di ognuno coincide con il bene comune? 
Onestamente non ne ho idea, ma è così. E mi sento in dovere di ringraziarvi tutti, immensamente, per il coraggio e la testardaggine che vi contraddistingue. 

Grazie di cuore