La trasparenza non è una condizione, è un processo continuo e costante

La trasparenza non è una condizione, è un processo continuo e costante

Questo pizzino è stato realizzato grazie al prezioso contributo di molti tra soci del Consorzio, amici consumatori e persone con cui condividiamo etiche e principi. Un ringraziamento sentito va a tutti coloro (troppi per fare un elenco) che credono sia possibile costruire il cambiamento, e che il Consorzio abbia il dovere quantomeno di provarci…

Bentrovati cari amici, 

da tempo ci siamo proposti di dedicare un pizzino alla trasparenza dei meccanismi e delle scelte operative del Consorzio per rispondere alle molte e giuste domande che ci vengono rivolte da voi; da chi ci viene a trovare e da chi ci conosce indirettamente solo perché compra i nostri prodotti. Come funziona il Consorzio? Come si definisce il prezzo di vendita? Le Galline sono tutte davvero felici?     

E, alzando un attimo lo sguardo oltre le nostre piccole vicende personali e allargando l'orizzonte: quanto possono essere felici tutti gli altri contadini del mondo? perché ne rimangono sempre meno? E’ così in Sicilia, in Italia, in Francia, ma anche in India o Gabon; cambiano gli scenari e talvolta le dinamiche, ma non cambia affatto la sostanza della marginalizzazione dell'agricoltura contadina!

Noi siamo convinti che la sola strada percorribile sia quella di realizzare un’alleanza forte con quanti ritengono beni di prima necessità cibo e ambiente, per realizzare insieme sistemi di produzione e consumo dove il diritto alla dignità stia al centro, con beneficio per ogni essere vivente, dando il giusto valore alla bellezza ed all’armonia nei territori che viviamo.

Contemporaneamente alla nascita di questo pizzino stiamo interrogandoci su come si costruisca oggi un prezzo Equo, e se costruire un prezzo Equo alla produzione sia sufficiente. Ci chiediamo se sia corretto attribuire un prezzo uguale per tutti, sia per il prezzo di vendita al consumatore che per il prezzo di conferimento al produttore, quando è evidente che EQUITÀ’ e UGUAGLIANZA sono due concetti distinti, e ci sono ancora persone che non possono nutrirsi di cibo sano e produttori, di frontiera e non, che “difendono” territori sempre più degradati, con costi maggiori e rese più scarse.

Sono sorte molte altre domande alle quali vorremmo dare risposta insieme a voi, cercando di ripensare collettivamente le nostre scelte, le nostre azioni, le nostre priorità, convinti del sistema di scambio basato sulla fiducia che ci ha permesso di fare tanto in questi anni. Da parte nostra, per dare forza e serietà alle nostre riflessioni e proposte, abbiamo avviato dalla scorsa estate una impegnativa analisi interna che speriamo ci permetta, nel prossimo pizzino, di esprimere in numeri i concetti qui sviluppati, per poterci confrontare con voi dati alla mano…

                                                                                                                             Produttori e prodotti

Per cominciare, va fatta una breve cronistoria del Consorzio. All’inizio 10 agricoltori visionari e mezzi disperati (spesso le due cose viaggiano a braccetto) si convincono sia possibile abbandonare Il Mercato fatto di logiche e meccanismi non-umani e costruirne un altro insieme ai consumatori. Un mercato fatto di fiducia, di condivisione e di relazioni, guardandosi negli occhi. In principio è stato solo istinto di sopravvivenza, ma nel tempo “con la scusa di produrre e commercializzare prodotti sani”, i contadini si trovano ad instaurare un dialogo costante con chi, non più semplice consumatore, pretende giustamente di essere  parte attiva e indispensabile di un sistema di produzione e consumo, chiaro e trasparente, dove, facendo il proprio bene, si fa anche il bene comune.

Proprio nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra noi e voi, abbiamo cercato di raccontarvi schiettamente e farvi comprendere alcune dinamiche che possono sfuggire a chi non vive da vicino la nostra realtà: tutte le informazioni relative alle nostre scelte su imballaggi, calibri, certificazione, etc. si trovano in questa sezione del sito.

Oggi, a distanza di 12 anni dalla nascita, gli agricoltori coinvolti non sono più 10 ma 41, oltre a circa 35 fornitori non soci, quelli che definiamo pulcini (qui potete iniziare a conoscerli).

Il Consorzio è cresciuto, e questo semplicemente perché siamo diventati di più. I bilanci delle singole aziende invece sono aumentati di poco, permettendo a chi vive di sola agricoltura di non chiudere. Siamo cresciuti, contaminando e coinvolgendo, come è nella nostra natura. Espandendo il più possibile quel modello che ci ha permesso e ci permette di continuare a lavorare, estendendo “l’effetto Galline” a quanti più agricoltori possibile.

Quelli che noi chiamiamo pulcini sono agricoltori che appartengono a tre tipologie:

  • Produttori che ci hanno conosciuto, sia per quell’istinto di sopravvivenza a noi noto, sia perché condividono con noi ideali e principi e vogliono diventare parte di questa realtà.

  • Produttori che ci hanno segnalato e le cui produzioni sono quelle di cui siamo deficitari in quel momento (annate disastrose, produzioni anticipate o ritardate, etc.)

  • Produttori che ci piacciono un sacco, ma che magari non hanno prodotti che possiamo commercializzare o di cui siamo eccedenti, con i quali ragioniamo insieme su come permettere loro di diventare Galline, programmando le produzioni o proponendo ai nostri partner prodotti nuovi.

Per i primi 2-3 anni, durante un processo di conoscenza reciproca in cui Beppe, l'uomo di campagna, fa loro visita e li segue, ci forniscono prodotti agricoli e partecipano alle assemblee. Poi, quasi sempre, diventano soci oppure smettono di essere fornitori se qualcosa non funziona.

Galline operative nel Consorzio


Crescere ha significato anche ampliare la nostra squadra, composta oggi da 49 dipendenti tra raccoglitori, addetti al magazzino, amministrazione, logistica, comunicazione etc. Chi collabora con noi svolge in maniera professionale, a beneficio di tutti i produttori, quelle mansioni che, prima della nascita del Consorzio, erano svolte (e spesso non remunerate, né conteggiate nei nostri bilanci…) da ciascuno autonomamente.

Sembrerà una precisazione superflua, ma nel mondo agricolo non è affatto scontato che 50 dipendenti siano pagati a norma di legge, che i contributi per loro versati non vengano decurtati dallo stipendio o che quanto figura in busta paga non venga poi restituito in nero al datore di lavoro. Purtroppo quella appena descritta è la normalità, e si sta al gioco, per portare il pane a casa. Da sempre invece il Consorzio ha lavorato nella massima cura e nel rispetto delle persone, gratificando il lavoro di chi con noi è comunque disposto a fare sacrifici e stringere i denti quando necessario.

Oggi lavorano nel Consorzio:

  • 17 raccoglitori

  • 15 operatori nel magazzino dei prodotti freschi

  • 8 impiegati (tra ingresso prodotti, amministrazione, relazione con i consumatori, video e comunicazione, segreteria, piattaforma informatica e traduzioni)

  • 2 per il magazzino trasformati

  • 3 che si occupano di logistica tra Italia ed estero

  • 2 “Vanniaturi” che vendono nei mercatini rionali di Bologna i nostri prodotti

  • 1 Addetta alla pulizia del magazzino

  • 1 “uomo di campagna”

  • A breve dovrebbero unirsi a noi un altro raccoglitore/stimatore ed un giovane neo laureato Agronomo per supportare le aziende nella produzione da un punto di vista tecnico.

Questa è la squadra che lavora dopo la produzione in campo e prima della distribuzione.
La distribuzione per ovvie ragioni è affidata a ditte esterne ma è costantemente supervisionata dai nostri responsabili della logistica.

Tutto questo (tanto? poco?) in 12 anni, un passo alla volta, crescendo Insieme.

 Gli spicchi dell’arancia


Per diversi anni abbiamo utilizzato questi grafici, che molti di voi hanno già visto, per sintetizzare approssimando quali percentuali rispetto al prezzo di vendita erano ripartite tra gli operatori e i costi di gestione e per evidenziare le differenze di massima tra GDO e filiera corta. 

All’inizio questi numeri erano verosimili mentre adesso lo sono un po’ meno anche perché nella fetta produttore (anche nel mercato equo) vanno detratte le spese di gestione, le continue perdite per le annate con calamità straordinarie-sempre-più-ordinarie, oltre che i furti e le ore di lavoro extra mai calcolate, che riducono significativamente la “dimensione” di questo spicchio. Infine va detto che all’interno del Consorzio esistono produttori e prodotti con caratteristiche diverse, per cui questi valori “medi” che oggi vi proponiamo saranno sviluppati meglio, prodotto per prodotto, per continuare con voi a ragionare su come rendere più sano il Nostro piccolo mercato.

Un altro spicchio che non rappresenta più una percentuale reale (ma che ci ha permesso in parte di far spuntare lo spicchio supporto alle aziende) è quello relativo al trasporto.
In Italia, mentre i prezzi erano calcolati su -un camion che partiva dalla Sicilia e faceva il giro- adesso per questioni “tecniche” si fanno più passaggi ed i costi sono lievitati, mantenendo inalterato il prezzo di vendita e generando di fatto una perdita. Di contro, quando qualche hanno fa abbiamo iniziato a spedire oltre Alpi in Francia e Belgio, le stime sui trasporti sono state fatte in modo cautelativo, calcolando sul costo maggiore possibile i volumi minimi ipotizzati, e negli anni queste stime sono state ampiamente disattese in positivo. Una risposta significativa da parte vostra, che ha fatto abbassare il costo del viaggio per queste spedizioni.

Dall’insieme di questi conti, fatti con prudenza, nasce lo spicchio “supporto alle aziende”, che ha permesso a noi galline di beneficiare a fine anno di un “bonus” tra il 9% ed il 17% sul prezzo di conferimento del prodotto venduto (che mediamente vuol dire circa, sempre parlando delle arance, tra 0,05€/kg e 0,09 €/kg sul venduto, non sul raccolto). Una boccata d’ossigeno che a molti permette di investire pochi euro in più sulle proprie terre, ma niente di più.
Questo margine ha inoltre permesso al Consorzio di comprare una nuova macchina, che ha evitato un numero eccessivo di ore di straordinario, e di crescere nel modo finora raccontato.

Infine c’è quella piccola nuova fetta che racchiude in sé tutte quelle azioni di impegno sociale promosse o appoggiate dal Consorzio, che per le aziende singole sarebbero irrealizzabili, ma che lavorando insieme abbiamo la fortuna e il privilegio di poter portare avanti.


Tutti questi dati sono valori medi, e non spiegano a fondo la realtà delle cose. Rimandiamo al prossimo pizzino un’analisi più dettagliata per evitare dubbi o fraintendimenti.

Nel frattempo, vi invitiamo a riflettere assieme con quali modalità, attraverso quali scelte comuni, possiamo continuare a percorre la stessa strada nella stessa direzione, per fare quello che oggi ci può sembrare straordinario ed irrealizzabile e permettere alle future generazioni di sorridere come si fa di un passato ormai talmente lontano da non fare più paura.

Grazie per aver avuto la pazienza e l’interesse di leggere fin qui,

a presto
Mico e il Pollaio tutto