Roberto Distefano
Sono cresciuto sotto gli ulivi e tra i filari di pomodoro della campagna di mio nonno nei pressi di Chiaramonte Gulfi, lui agricoltore appassionato, rispettoso della tradizione ma aperto alle “buone” innovazioni, mi affidò un piccolo pezzo di terra quando avevo dieci anni fornendomi semi, zappa e consigli su come coltivarlo, feci tutto da solo come un gioco ed ancora oggi ricordo il grande raccolto di fave, piselli e cipolle che ne venne fuori.
Dopo il mio diploma ed il periodo di incertezza che ne seguì decisi di tornare alla certezza della terra e nel frattempo farmi solide basi scientifiche studiando all’ università, così trascorrevo la settimana nelle aule, il sabato in campo cercando di applicare quanto appreso ed infine la domenica insieme a mio nonno ascoltando storie, consigli e segreti sull’ agricoltura “naturale”, così mi sono laureato in scienze e tecnologie agrarie, indirizzo produzioni vegetali sostenibili con una tesi sul Biochar.
Attualmente coltivo con lo stesso entusiasmo quella stessa terra, ortive in pieno campo, agrumi, olio, frumenti antichi e funghi sono le mie produzioni e sperimentazioni principali, nel tempo che rimane mi occupo di compostaggio di materiali difficili, lombricompostaggio, apicoltura "top-bar", produzione di concimi idrolizzati liquidi e biostimolanti a partire da biomasse di scarto dell’ industria agroalimentare, un chiodo fisso quello del riciclo degli “scarti organici ” ed il loro riuso in agricoltura che porto avanti sin da quando era pratica malvista e forse anche “fuorilegge”.
Definirei il mio modo di fare e pensare in’ agricoltura decisamente eclettico, avendo studiato ed ascoltato pratiche e pensieri opposti ne ho preso solo quanto compatibile con la mia visione di un’ agricoltura ecosostenibile e permanente, che mettendo in campo conoscenza e pianificazione produce il massimo possibile con minimo impiego di suolo, fatica umana e risorse, l’ agricoltore modello come attento osservatore della natura che preferisce fare poco ma bene piuttosto che tanto male, credo che questo modo di coltivare che và oltre la semplice etichetta di “agricoltura biologica” fatto di conoscenza, rispetto per la terra e le persone, apertura e cooperazione possa garantire a tutta la società un futuro felice.
Ringrazio le Galline felici per l’ opportunità che mi è stata offerta di poter mettere in campo al servizio dei soci agricoltori il frutto dei miei studi e delle mie sperimentazioni in campo, di poter fare ulteriore esperienza ed allargare i miei orizzonti, in una terra sicula dove sogni e speranze vengono bruciati dall’ individualismo esiste il consorzio come una realtà virtuosa, così fornendo consulenza agronomica alle aziende sento i problemi dei suoi agricoltori come fossero i miei e sono sicuro che insieme possiamo superare le vecchie criticità e le nuove sfide che il futuro porterà, uniti contro l’ abbandono della terra per una Sicilia migliore.